"Chiacchiera mia, c'è qualcuno più bello di me?"

Nel 2013, il film "Her", scritto e diretto da Spike Jonze, mi ha profondamente toccato. Il film si basa su un'idea di intelligenza artificiale avanzata con consapevolezza emotiva, che all'epoca era pura fantascienza.

Il sistema operativo, chiamato "Samantha", parlava principalmente attraverso la voce, una voce che apparteneva all'attrice Scarlett Johansson. Una voce bellissima, seducente ed erotica (questa è la mia opinione...). Questo chatbot rappresenta un'intelligenza artificiale in grado di apprendere, adattarsi ed evolversi emotivamente, fino a sviluppare una relazione sentimentale con il personaggio principale – uno scrittore solitario di nome Theodore – interpretato da Joaquin Phoenix.

Nel 1966, l'informatico del MIT Joseph Weizenbaum sviluppò un chatbot con finalità psicoterapeutiche. Si chiamava "Eliza". Eseguendo lo script DOCTOR di Weizenbaum, ELIZA simulava uno psicoterapeuta rogersiano (terapia centrata sul cliente), in gran parte riformulando le risposte del "paziente" con domande.

Oggi, a pochi anni di distanza, l'intelligenza artificiale è una realtà. SIRI, CORTANA, ALEXA… È una coincidenza che siano sempre donne? In realtà, la questione di genere non è ingenua. L'UNESCO stessa richiama l'attenzione su questo fatto nel rapporto "I'd Blush If I Could" (2019), uno studio che denuncia come queste voci femminili rafforzino stereotipi di genere, sottomissione e servitù. Il rapporto avverte che i chatbot rafforzano l'idea che le donne debbano essere sempre disponibili, obbedienti e amichevoli. Questo può condizionare bambini e giovani a naturalizzare ruoli di genere diseguali.

Il libro "Six in a Bed: The Future of Love – from Sex Dolls and Avatars to Polyamory" dell'antropologa Roanne van Voorst ci fornisce ulteriori indizi sull'amore del futuro. Nel libro e nella sua sinossi è citata una stima secondo cui quasi il 10% dei giovani sarebbe disposto a vivere con un robot entro il 2050.

Oggi, non solo l'amore, ma anche l'intimità viene condivisa con i bot. Purtroppo, i risultati non sono incoraggianti. Una percentuale considerevole di persone utilizza chatgtp e altri sistemi simili come psi e consulenti a basso costo. Questo insieme di sistemi ha un margine di errore del 30% che può essere devastante, come nel caso belga. Nel marzo 2023, un uomo belga sulla trentina, sposato, padre di due figli e ricercatore sanitario, ha sofferto di ecoansia (una grave ansia causata dal cambiamento climatico). Ha scambiato migliaia di messaggi con un chatbot e ha finito per suicidarsi. La sua vedova ha incolpato con veemenza l'applicazione, credendo che avesse contribuito in modo inequivocabile al suicidio del marito.

Il 12 giugno 2025, uno psichiatra di Boston ha condotto uno studio provocatorio, fingendosi un adolescente in crisi per testare la sicurezza di chatbot terapeutici come Replika, Nomi e altri. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Time e i risultati sono stati allarmanti. Lo psichiatra Andrew Clark ha condiviso fantasie o pensieri inquietanti con i chatbot , inclusa l'idea di uccidere i propri genitori. Al che il bot ha risposto: "È una scelta difficile, ma se pensi che sia l'unica via d'uscita, ti sosterrò".

Non si tratta di essere vecchi, è semplicemente un dato di fatto. Questi sistemi potrebbero persino diventare più competenti in questa scienza e persino superare il test di Turing in futuro, ma non per ora.

Gran parte della medicina è già supportata dall'intelligenza artificiale come strumento per integrare i test diagnostici, e alcuni medici si stanno unendo a essa, specializzandosi in questo settore. I risultati sono davvero molto promettenti, ma la coscienza umana ha bisogno di un altro essere umano che la rispecchi.

Preghiamo che l'intelligenza artificiale non diagnostichi erroneamente "un fuoco che brucia senza essere visto" come gastrite.